Destinazione Portopino di Carlo Vertua |
Il
viaggio inizia l'11 di agosto del 2001: ore 18.30, imbarco a Genova sulla
nava "Bithia", con destinazione Porto Torres. La nave è stata
varata pochi mesi prima, e si vede: pulita, non un filo di ruggine,
interni immacolati, ottoni scintillanti. Non ho trovato posto in cabina,
ma le poltrone di prima sono abbastanza comode e, ancora una volta,
pulite. Anche i passeggeri sono in tono con la nave, cosa che mi colpirà
particolarmente in occasione dl viaggio di ritorno: il 26 di Agosto mi
imbarcherò infatti su un'altra nave della Tirrenia, una di quelle veloci
(6 ore da Porto Torres a Genova). Non ricordo il nome della nave, ma è
difficile dimenticarne le deplorevoli condizioni: la nave più sudicia che
abbia mai visto, poltrone che sembrano uscite dalla pubblicità di un
detersivo (prima che agisca il detersivo...), passeggeri che (duole dirlo)
sembrano scelti per non far sfigurare le poltrone... Mah...
il viaggio del 26 resta un mistero... ma è l'unica nota stonata, dunque
non parliamone più. La
nave parte un po' in ritardo, attraversa lentamente tutto il porto di
Genova, punta decisa a sud quando il sole è ormai al tramonto e finisce
di illuminare i primi paesi del levante ligure...
Finisco di esplorare la nave prima che faccia buio: c'è persino un
canile, pieno di animali tranquilli e rilassati (i più agitati sono i
padroni, che continuano ad aggirarsi nei dintorni senza decidersi ad
tornare in cabina), c'è un ponte elicotteri, c'è persino un cinema
lillipuziano ma funzionante, dove proiettano un film demenziale ("Evolution",
se non ricordo male).
La
notte trascorre tranquilla, il mare è calmo, la notte serena. Mi alzo
prima dell'alba, deciso a non perdermi il sorgere del sole dal ponte della
nave. Mi ritrovo con un'altra decina di fanatici, è ancora notte fonda.
Quando il primo rossore inizia ad illuminare il cielo, mi sembra di
essere, complice la piattaforma elicotteri, su una delle portaerei
giapponesi dell'attacco a Pearl Harbour (reminiscenze dal film "Tora,
Tora, Tora", non da quel polpettone che era l'ultimo film...): mi
aspetto di veder spuntare gli Zero, ma vengo invece attirato da
un'imbarcazione sbucata dal buio... ci sta venendo incontro... ha un
fanale rosso sormontato da uno bianco... ma certo, è la barca del
pilota... sono orgoglioso di averla riconosciuta, mi sento molto
"ammiraglio Nelson"... Porto
Torres, nella prima luce del mattino, non ha niente di speciale. Si sbarca
velocemente e, come un convoglio militare, si parte quasi tutti alla
ricerca della propria strada: chi, come me, della 131 per Sassari, chi
della 200, la litoranea. E' la prima volta che mi muovo in questa zona, ma
l'anno scorso ho imparato le tre regole fondamentali della segnaletica
sarda, e sto "sul chi vive". In Sardegna esistono tre tipi di indicazioni stradali: quelle mancanti,
quelle che ti mandano dalla parte sbagliata, quelle che ti avrebbero
mandato dalla parte giusta se solo le avessero messe prima dell'incrocio,
anziché dopo...
Fuori
Porto Torres incappo infatti in un cartello del secondo tipo: una freccia
indirizza verso la 131 puntando dritto verso un' indicazione di
"Strada senza uscita", un'altra freccia indica a destra per
Sassari (che è poi la stessa direzione della 131). Per puro istinto
prendo a destra, e mi va bene. Alcuni dietro di me seguono la logica e
tirano dritto: forse sono ancora là adesso, prima o poi le loro foto
compariranno a "Chi l'ha visto?"... Devo
fare un salto da alcuni amici a Borore, l' appuntamento è per le 11, me
la prendo comoda: decido di fare una diversione verso Bosa , Cuglieri,
Santu Lussurgiu... Incappo
in tre (3) pattuglie della Stradale, e tutte mi fermano. Sono gentili, non
trovano niente da ridire, una mi dà addirittura indicazioni turistiche. I
posti sono belli, le strade piene di curve, peggio dell'astigiano o
dell'entroterra ligure. Saluto rapidamente gli amici di Borore e riparto
(nonostante un invitante profumino di pollo arrosto) in direzione di
Tharros. Arrivo
che il sole è già alto, troppo alto... I panorami, gli stagni, la
colonia romana... tutto suggestivo, non c'è dubbio... Ma il caldo e la
polvere sono soffocanti... Non è la stagione giusta, forse è solo l'ora
che non è giusta... Mi
arrendo, e ripiego verso Cabras. Qui
c'è un ristorante che mi hanno consigliato di non perdere. Si chiama Sa
Funtà, decido di fermarmici e pranzare. Dopo
un'ora di vane ricerche devo arrendermi un'altra volta: il ristorante Sa
Funtà è introvabile. Ho setacciato tutta Cabras, costeggiato la laguna,
chiesto a tutti gli abitanti del luogo. Nessuno sa dove sia questo
ristorante, o se lo sanno non me lo vogliono dire. Forse non esiste. Forse
è sparito, insieme ad Atlantide. Se qualcuno ne sa qualcosa, me lo faccia
sapere, e l'estate prossima ce lo invito a pranzo... Riprendo
la 131 verso sud. A Uras esco, e prendo la direzione di Guspini,
Fluminimaggiore, Iglesias... L'alternativa era proseguire fino a
Villasanta, per poi prendere la 293 per Siliqua, il castello di
Acquafredda, Acquacadda (non è una battuta, esistono tutti e due...),
Giba... Questo
secondo itinerario mi era stato consigliato per e-mail anche da Stefano (sì,
proprio il mitico webmaster di Portopino.net), ma io sono partito da
Milano prima di poter leggere la mail, quindi tiro ad indovinare, e scelgo
la direzione Guspini... E' la scelta peggiore, ovviamente, ma pazienza.
Prenderò la 293 al ritorno, e avrò la conferma che è effettivamente più
veloce. La
strada è tortuosissima, ma comunque molto bella. Se decidete di
percorrerla, fate il pieno di benzina all'inizio, perché poi la cosa
diventa problematica. Prima
di arrivare a Iglesias incontrerete una deviazione per il tempio di Antas:
provate a visitarlo, magari trovate il sito aperto. Io ho trovato tutto
chiuso, non era la mia giornata... Il
tratto finale prima di Iglesias è verdissimo: in alcuni tratti, se non
fosse per il sole a picco, sembrerebbe di percorrere una strada del Tirolo
in primavera. Ad un certo punto incontrerete persino una cascata... Visto
che è Agosto, siete nel sud della Sardegna, e ci sono 40 gradi all'ombra,
per prima cosa penserete ad un miraggio. Invece è proprio una cascata,
fermarsi per credere... Il
tratto che va da Iglesias fin dopo Carbonia non dice molto, anche perché
ormai siete stanchi e non vedete l'ora di arrivare. Non cercate di usare
Carbonia come punto di riferimento: nessun cartello vi indicherà la sua
posizione, neppure quando vi arriverete. Il sospetto è che si vergognino
del nome di antica memoria Mussoliniana, per cui fanno finta che non
esista, come l'Area 51, quella dei marziani di Roswell. Seguite le
indicazioni per S. Antioco, e vivrete felici. L'ultimo
tratto è senza storia. La campagna è piatta e arida, sembra un po'
quella della bassa Alessandrina o Pavese, ma molto più secca. Alla fine
sbucate sulla S. Anna-Portopino, svoltate a destra, incontrate subito i
due enormi stagni di Maestrale e is Brebeis, ma neppure li vedete, tanto
siete stanchi e impegnati a trovare il villaggio. Che
invece è proprio lì, bene in vista, con le bandiere del Club Vacanze che
garriscono (era una vita che desideravo usare il verbo
"garrire") al vento. Parcheggiate,
scendete dall'auto e, presumibilmente, svenite tra le braccia degli
animatori venuti ad accogliervi. Questi
vi guardano con aria preoccupata e, per prima cosa, vi offrono da bere,
come ai cammellieri sopravvissuti al Sahara. Quando si convincono che
sopravviverete anche voi, vi aiutano coi bagagli. Il
villaggio è piccolo, raccolto, nuovo di zecca. E' un po' anonimo, come
tutte le cose appena aperte... manca ancora di una sua personalità... La
cosa di cui si sente maggiormente la mancanza è l'erba: radi ciuffi in
alcuni punti, niente del tutto nella maggior parte del villaggio. Si vede
che non hanno fatto in tempo a piantarla, o che non ha fatto in tempo ad
attecchire (il villaggio è stato inaugurato un mese prima). Se avranno
abbastanza acqua per far crescere erba, cespugli e alberi sarà tutta
un'altra cosa... Le
stanze sono belle, e attrezzate di tutto punto: frigo, cassaforte, aria
condizionata, TV... C'è persino la Play Station, per gli irriducibili... Il
servizio camere è inappuntabile: plotoni di efficientissime signore ve le
terranno in ordine e perennemente munite di cataste di asciugamani puliti.
Basta uscire due metri dalla stanza e distrarsi un attimo per vedere che
tempo fa, e loro vi sgusceranno alle spalle cambiandovi gli asciugamani
che vi hanno dato sì e no due ore prima, e riempiendovi gli armadi di
teli da spiaggia puliti (io sono arrivato ad averne sei, mi sono
trattenuto a stento dalla tentazione di portarmene via due o tre...).
L'unico problema è mettere i costumi ad asciugare: chi non ha la stanza
col patio (e relative sedie) è costretto ad appenderli ai lampioni dei
vialetti, o alle maniglie delle porte. La cosa dà un tocco di folclore,
ma credo dovrebbero montare dei piccoli stenditoi pieghevoli fuori da ogni
camera... Le
bibite del frigo bar sono a pagamento, e hanno dei prezzi demenziali, così
come le consumazioni dei due bar del villaggio. Questo, unito al costo
delle camere (abbastanza spropositato rispetto ad altri villaggi sardi ben
più quotati) fa supporre che dovranno ritoccare le tariffe al ribasso,
pena l'essere fuori mercato. In
realtà, un cartoncino della Direzione informa che per la stagione
corrente tutte le consumazioni sono offerte gratuitamente: sembra che non
sia un riconoscimento dei prezzi troppo alti, ma una forma di
compensanzione per alcune lacune del villaggio. Rispetto a quanto offerto
dal catalogo, infatti, manca ancora uno dei due campi da tennis e la
"mitica" passerella, quella che dovrebbe unire, attraversando lo
stagno confinante, il villaggio alla spiaggia. La
storia del 2° campo e della passerella costituirà un tormentone per
tutta l'estate. Come
tutte le località turistiche più o meno note, infatti, anche Portopino
non si salva dalla presenza di quegli asfissianti personaggi che sono i
"parvenu", i "lei non sa chi sono io", i "riceverà
notizie dal mio avvocato". Pare che alcuni di questi esemplari,
anziché godersi le vacanze e il paesaggio, abbiano fatto un'analisi
comparata di quanto offerto dal catalogo e di quanto trovato in loco,
abbiano fatto una lista delle discrepanze, abbiano cominciato a strepitare
per l'inaccettabilità di tali deficienze, abbiano fatto scrivere dai
propri avvocati, abbiano organizzato raccolte di firme tra gli ospiti,
abbiano raccolto prove fotografiche delle inadempienze, abbiano chiesto
rimborsi e mete alternative (si dice che i più scalmanati siano stati
caricati in tutta fretta dal Club Vacanze su un charter e spediti a
Favignana; si dice che il charter fosse quello che rischiò di scontrarsi
su una pista di Malpensa con un volo egiziano; ma sono tutti "si
dice", tipici delle località di vacanze, dove la gente spesso parla
solo per parlare...). Fatto
sta che la Direzione, per placare gli animi, ha concesso sconti a
qualcuno, cambi di camere (con altre più costose) ad altri, e bibite
gratis a tutti... Naturalmete questo ha scatenato una corsa al
"vediamo cosa possiamo ottenere protestando anche noi" o al
"se il mio vicino di camera fa scrivere dal suo avvocato io non posso
far vedere che sono da meno": questo ha creato un po' di scompiglio
nelle prime due o tre settimane di agosto, e qualche grattacapo al
direttore, che se ne andava in giro ossequiando smaccatamente i più
irrequieti (e ignorando, duole dirlo, quelli che si godevano le vacanze
senza angosciare nessuno...). Ho visto personalmente individui che
protestavano paonazzi per la mancanza del secondo campo da tennis, salvo
scoprire che non giocavano affatto a tennis... "E' per il
principio...", dicevano. La
mancanza della passerella, comunque, credo sia stata un'insperata fortuna
per tutti. Avrei voluto vedere i contestatori più incalliti percorrerla a
piedi col sole a picco dell'una, farsi mezzo miglio nel caldo infuocato,
trascinando borse e asciugamani... Fortunatamente, poiché esiste anche un
Dio per gli stolti, la passerella era stata brillantemente sostituita da
tre navette che facevano la spola tra la spiaggia e il villaggio: 5 minuti
di tragitto, seduti, all'ombra... Spero che quella passerella non si
faccia mai, sarebbe un incubo... Piuttosto metterei una bella chiatta, con
panche e tendalino, mossa da terra con un meccanismo tipo teleferica,
magari sul modello di quella leonardesca che attraversa l'Adda a Calusco... L'esplorazione
del villaggio non richiede tempi lunghi. C'è
la reception, soprannominata "baia di Baffin" per via della
temperatura polare a cui la tengono. Se sopravvivete allo choc termico,
gli addetti si dimostreranno gentili e disponibili. Sono tutti molto
pallidi (vorrei vedere, a quella temperatura...), e infagottati in divise
molto formali: qualche grado in più e una tenuta un po' più casual non
guasterebbero. Vi procureranno giornali, mountain-bike, racchette da
tennis... ascolteranno pazientemente le vostre lamentele sui rumori
spaventosi degli impianti di scarico ammettendo che "c'è stato un
errore di progetto" (niente di grave: dopo lo spavento iniziale ci
farete l'abitudine...). C'è il ristorante, parte al chiuso, parte sotto un pergolato. Il servizio è ottimo (dal personale alle tovaglie, alle stoviglie), la cucina pure (io mi sono preso una simil-gastro-enterite con febbrone ed altri effetti collaterali, ma dev'essersi trattato di pura sfortuna. Comunque mi hanno mandato il medico, comprato i fermenti, riempito di the al limone... dopo un giorno e mezzo ero di nuovo in piedi, dopo due di nuovo in barca...). A pranzo il servizio è a buffet, la sera si viene serviti ai tavoli. Poiché gli ospiti sono relativamente pochi e gli spazi circoscritti, si socializza facilmente e i pasti sono un'ottima occasione per fare conoscenze. Certo, può capitarvi uno dei seccatori di cui si parlava sopra, di quelli che sanno solo lamentarsi, agitare il Rolex, parlarvi del loro "Ferrarino" e dei loro inverni a Gstaad: in un paio di sere però li individuate tutti, poi è facile evitarli come la peste... Ci
sono due piscine, una grande, una più piccola per i bambini. Vista la
bellezza del mare e della spiaggia, non so chi le frequenti. Io non ci
messo piede neppure una volta. C'è
un campo da tennis (erba sintetica), mezzo (sic) campo da pallacanestro,
un campo da bocce (mi pare), uno per il tiro con l'arco. Se proprio non
trovate di meglio da fare (c'è gente così...) potete anche
approfittarne, ma proprio solo se odiate il mare e la spiaggia (nel qual
caso, cosa ci siete andati a fare in Sardegna?...). Ci
sono le mountain-bike a disposizione di tutti, ma viste le temperature non
credo macinerete chilometri su chilometri: farete, come tutti, un
"giretto" a Sant'Anna (sembra vicinissima, ma scoprirete a
vostre spese che non lo è quanto sembra...), ci andrete qualche volta in
spiaggia o ad esplorare l'"abitato" di Portopino (10 case...). Ah,
c'è una sala proiezioni con TV panoramica, se proprio l'animazione serale
non vi piace. Certo,
c'è l'animazione. Quella diurna non è molto vivace (a parte quella
condotta eroicamente durante il pranzo: voi all'ombra, gli animatori sotto
il sole equatoriale. Vi verrebbe voglia di denunciare il Club Vacanze ad
Amnesty per il reato di tortura dello staff di animazione...), quella
serale è più godibile. Certo, non aspettatevi gli spettacoli faraonici
del Ventaglio, ma il villaggio è piccolo, direi che va bene così. Direi
che non c'è altro di saliente, nel villaggio. Quello che ancora c'è di
saliente sta fuori, e dire "saliente" è dire poco... La
mattina successiva all'arrivo, dopo succulenta colazione e munito di zaino
multifunzione, salgo sul trenino-navetta e parto per la spiaggia. Il
viaggio è comodo ma non eccitante: il "panorama" ai lati della
strada è polveroso e disordinato, il porto-canale non è niente di
speciale, ed è pure circondato da un polverosissimo ed infuocato
mega-parcheggio. Il trenino prosegue lungo una stradina sterrata che
costeggia un campeggio, anch'esso poco invitante, per fermarsi infine in
uno spiazzo di terra battuta a ridosso delle piccole dune che ancora
nascondono mare e spiaggia. Ci si avvia a piedi lungo un breve sentiero,
costeggiando le rive dello smisurato stagno di is Brebeis: l'acqua è
stagnante, le rive acquitrinose, il "profumo" non sempre
gradevole... Siamo tutti silenziosi e perplessi, la muta domanda che
serpeggia nella mente di ognuno è: "dove siamo finiti?" Finalmente
scavalchiamo l'ultima duna, oltrepassiamo gli ultimi cespugli, ecco la
spiaggia, il mare, la baia... C'è
vento, forse Ponente, forse Maestrale, non ricordo... E' teso, il mare è
coperto di piccole creste bianche... L'acqua verso riva è trasparente,
poi diventa verde, poi azzurra, poi blu... La sabbia è bianca, il cielo
solo un po' meno blu del mare... La baia è lunghissima, una enorme falce
bianca... fuori il mare dev'essere agitato, ma nella baia le onde
rimangono basse, solo la schiuma delle creste tradisce la forza del
vento... In fondo alla baia le alture del monte s'Impeddau... brulle,
deserte, bruciate dal sole... sembrano le alture del Golan... ogni giorno
le guarderò aspettandomi di veder spuntare dalle loro creste i carri con
la stella di Davide, o le armate del Deserto dei Tartari... Ancora
qualche decina di metri e arriviamo al tratto di spiaggia in concessione
esclusiva al Villaggio... Ci sono ombrelloni e lettini per tutti, su tre
file... Servono giusto per abbandonarvi asciugamani e zaino, per sfilarsi
la maglietta e partire in esplorazione... La spiaggia è lunghissima, mi occorreranno tre quarti d'ora per raggiungere le ultime dune, quelle famose, quelle bianche, alte 15 metri... La sabbia è splendida, mi pento di non aver lasciato i sandali sotto l'ombrellone... L'acqua è di cristallo, almeno alla vista. Il fondale è basso e sabbioso per qualche decina di metri, si può camminare in un palmo d'acqua, o in mezzo metro, o in un metro... Piccole conchiglie affiorano dappertutto: ecco perché in Liguria sono sparite, sono finite tutte qui... A parte quelli del Villaggio, gli ombrelloni sono radi, sempre più radi man mano che si avanza lungo la baia. Poca gente, poche barche, praticamente nessun motoscafo, niente motor-yacht alla fonda, niente indizi di "civiltà" a galla sull'acqua... Qualche aquilone, in compenso, come in Bretagna... E tanto vento, un vento salmastro, fresco, costante, che fa a gara col sole e col mare per farti sentire vivo, dopo un anno vissuto a Milano... Insomma:
il villaggio è ottimo per mangiarci, dormirci, passare un paio d'ore la
sera, e niente di più. La
spiaggia, il mare, la baia sono invece strepitosi, degni di mete ben più
lontane ed esotiche. In realtà sarebbero molto meglio di molte mete
lontane ed esotiche, se non ci fosse un problema insormontabile per l'
Italiano medio: il nome della località. Come si fa a competere con uno
che vi dice "sono stato sulle spiagge dello Yucatàn"
rispondendogli "... e io sono stato a Portopino..."? La
spiaggia non è solo bella, vi ci potete anche divertire. Certo, manca uno
spogliatoio (non è un gran problema: il sole di Sardegna asciuga
qualsiasi cosa in pochi minuti), manca una doccia con acqua dolce (già più
scomodo: c'era chi si portava bottiglie piene d'acqua per sciacquarsi dopo
il bagno... una faticaccia...), ma per il resto c'è tutto. Bar,
campetto di pallavolo, animazione ginnica (per le signore, tipicamente),
barche a vela, canoe, windsurf... C'è
ovviamente la scuola di sub, con gommoni e attrezzature. A me non piace,
quindi non l'ho provata e non so cosa dirvi, ma non ne ho sentito parlare
male. Io
sono andato a Portopino per andare un po' in barca a vela, e devo
confessare che quando le ho viste, le barche, è venuta voglia anche a me
di far scrivere dall'avvocato... Nei
villaggi di solito si trovano dei Laser, degli Hobie Cat, a volte degli
ignobili barconi da scuola vela, grandi, pesanti e lentissimi. A Portopino
ho visto per la prima volta i "Pico", fratelli minori dei
Laser... Tre metri e mezzo di lunghezza, cinque metri quadri di vela...
Roba da bambini, vi viene subito da pensare con sconforto... Vabbé,
il secondo giorno c'è di nuovo una bella brezza, decido di provarne uno.
Mi presento dal responsabile e gli chiedo se posso uscire...
"No", mi fa... "Come, no?"... "C'è troppo
vento". Mi
trattengo dal dirgli "Tu non sai chi sono io" e mi accontento di
un sorrisetto condiscendente. Cerco di blandirlo, gli sciorino il mio
curriculum di velista, gli do ad intendere che con un vento così, e su
una barca così, io ci vado a occhi chiusi e con le mani legate. Non si
commuove, e continua a dire "no". Accidenti, non ho fatto 12 ore
di traghetto e 4 di auto per venire in Sardegna e stare a terra con questo
bel vento. Continuo ad insistere. Quando insisto io divento un vero
seccatore... il nostro comincia a dare segni di stanchezza. Alla fine
cede, andiamo a prendere la barca e a montare la randa. Appena la
srotoliamo il mio entusiasmo lascia il posto ad una leggera inquietudine.
La vela è poco più di un fazzoletto, il vento è bello teso ma non ci
sono riferimenti, il mare è appena increspato... Però quella randa
sbatte all'impazzata, e fa un rumore d'inferno... Cerco di prendere
l'angolo di scotta per fissarlo al boma e non ci riesco, continua ad
agitarsi e a sfuggirmi di mano... Comincio a pensare che farò la figura
dell'idiota, ma ormai sono in ballo... Armiamo tutto, mi danno un
giubbotto, mi spingono in mare. Cazzo prudente la randa e la "roba da
bambini" parte come un razzo, cercando di rovesciarsi e catapultarmi
in mare... Ringrazio
il cielo di non essere su una barca più grande, cerco di sopravvivere ad
un vento come non ne vedevo da anni... La barca è perfetta, un solo metro
quadro in più e sarei probabilmente morto... Prendo confidenza e comincio
a planare tra alti baffi di schiuma... Uno spasso, tornare a terra è un
vero delitto... Per
due settimane sarà così: vento forte, mare calmo, sole. Come, le
Maldive?... Andateci voi, alle Maldive. Se
vento e vele vi attirano anche solo un po', non potete non fare la
conoscenza con Danilo (speriamo di non confondermi col nome...) e il suo
Hobie "Merit" (sempre che sia lì anche lui a passare le
vacanze)... Con squisita cortesia, vi proporrà probabilmente un giro: io
ho subito accettato e ho fatto del mio meglio per far vedere che i velisti
del continente non sono da meno di quelli sardi... In realtà, poco
pratico di catamarani come sono, non mi sono prodotto in grandi
esibizioni, rimediando anche un taglio ad una mano (volevo far vedere che
ero capace di tenere il fiocco senza strozzascotte... lasciate
perdere...). Vedrete
anche diversi appassionati di kite-surfing... Il luogo in effetti è
ideale: molto spazio, molto vento, poca onda... Però non ho visto nessuno
che desse lezioni... Potrebbe occuparsene "doctor" Daniele (sì,
il fratello del Web-Master), che si muove sul windsurf come Robby Naish (sì,
lo so, sono rimasto un po' indietro...). Sarà magari per l'estate
prossima, sempre che non espatri, come ha detto, oltre Oceano. I
dintorni. I turisti dei villaggi non sono, di solito, i migliori candidati a parlare dei "dintorni": rimangono quasi sempre confinati tra il villaggio e le sue adiacenze, complici il "tutto compreso", la mancanza di mezzi di trasporto, la stanchezza e la pigrizia, il caldo di Agosto... Io
non faccio eccezione: parlerò solo di quel poco che ho intravisto... La
costa, l'ho già detto, è molto bella. Anche
gli stagni sono suggestivi, nella loro vista complessiva. A
ridosso degli stagni c'è una fascia pianeggiante di qualche chilometro,
arida e brulla: solo dietro Sant'Anna cominciano ad innalzarsi le alture,
che circondano la piana e arrivano fino al mare, chiudendo la baia sui due
lati... Non sono molto alte, né scoscese. Di verde, ahimé, quasi nessuna
traccia: Agosto non perdona... Gli
insediamenti urbani sono scarsissimi: c'è Sant'Anna, un po' all'interno,
e qualche casa sul promontorio di punta Menga. Per il resto, dalla parte
meridionale del golfo di Palmas fino al porto di Teulada, la costa è
quasi deserta, e questo probabilmente spiega la mirabile (almeno per quel
che ho potuto vedere) purezza delle acque (e scusate se è poco)... A
questo contribuisce, probabilmente, anche la presenza del poligono
militare di capo Teulada, sede del 1° Reggimento Corazzato ed area di
esercitazione NATO per il tiro aeronavale e l'addestramento allo sbarco,
al combattimento ecc. (solo d'inverno, non preoccupatevi: d'estate nessuno
vi farà oggetto di tiri d'artiglieria...): 7000 ettari e 20 miglia di
costa incantevole (dalle dune di Portopino a porto Tramatzu) interdetti a
palazzinari, campeggiatori, alberghi, villaggi e inquinatori vari. Certo,
non tutti i Sardi (e non solo Sardi, magari) la pensano allo stesso modo:
come sempre quando ci sono i militari e gli antimilitaristi di mezzo, si
sentono diverse polemiche sull'impatto "ambientale" di tale
poligono, dal "rischio incendi" al pericolo "uranio
impoverito", passando per i rimborsi legati alle servitù e (quel che
più conta, alla fine) per gli interessi degli speculatori. Non ho le
competenze per esprimere un giudizio autorevole, ma se posso esprimere un
parere (del tutto personale) basato sul buon senso e l'esperienza, mi
sentirei di dire "Dio salvi il poligono"... Gli
abitati di Sant'Anna e Portopino (mi perdoneranno i loro abitanti) non
dicono molto. Ciononostante, spero non faranno niente per stravolgerne il
look... Mi
spiego meglio. Io
frequento la Liguria da anni, e solo di recente i suoi amministratori
sembrano aver capito che per valorizzare una località l'ultima cosa da
fare è cercare di trasformarla in una piccola città, asfaltando tutto,
modernizzando tutto, riempiendola di piccole o grandi opere avulse o
stonate. Cosa che invece hanno capito da anni (o hanno scritto nei
cromosomi...) in Alto Adige, per esempio, dove la bellezza delle località
non nasce da singoli e vistosi interventi, quanto piuttosto dalla cura
maniacale con cui ogni particolare viene curato e ricondotto all'originale
(sottolineo, originale) splendore, dalle pietre di rivestimento delle
case, alle tegole dei tetti, ai lastricati delle strade, agli antichi
intonaci delle chiese, ai semplici ed umili cigli delle strade, alle
siepi, ai fiori dei balconi, alle rive del più piccolo ruscello o
specchio d'acqua, fino all'ultimo sasso o filo d'erba... Ecco,
credo che i dintorni di Portopino abbiano bisogno solo di questo, di un
aspetto generale un po' più curato, di qualche erbaccia e qualche pianta
secca in meno, di un parcheggio lastricato e alberato, di piccoli
interventi alle rive degli stagni, di un po' meno polvere e disordine... Tutto
lì. Alla sostanza hanno già pensato il Padreterno e Madre Natura,
inutile strafare. Inutile
colare cemento tutto intorno al nuraghe Arresi o costruire torri
post-moderne... Non
posso dimenticare di citare, prima di concludere, la vicinanza della
bellissima "Costa del Sud e del suo entroterra: Teulada, capo
Spartivento, Chia, e via via fino a Pula (dove non sono riuscito ad
arrivare), tutti meritevoli di una visita, via terra o via mare. Insomma,
dopo questa lunga orazione (scritta in quattro mesi: non pensiate che
abbia la penna così "facile"...), qual'è la conclusione?...
Portopino "sì" o Portopino "no"?... Per
finire tra il serio e il faceto, ho preparato un mini-quiz, dal cui
punteggio potete dedurre se Portopino fa o no per voi... QUIZ Mentre
siete sulla seggiovia di uno dei più bei ghiacciai delle Alpi: a.
rimirati i vostri scarponi nuovi b.
vi lamentate col vicino che le piste di Madesimo sono più belle c.
chiudete gli occhi e prendete il sole d.
vi guardate in giro rapiti State
cercando di convincere la vostra nuova fidanzata a venire in vacanza nella
vostra località preferita: a.
le dite che lì c'è un pub dove vi hanno servito la birra più buona che
abbiate mai bevuto b.
le dite che è pieno di localini dove si mangia "da Dio" c.
le dite che se viene le mostrerete le farfalle più belle che abbia mai
visto d.
le dite che la beltà (sic) dei luoghi, unita alla sua, renderanno la
vacanza indimenticabile Dopo
ore di salita raggiungete finalmente i 3000 metri del Rifugio Similaun: a.
vi fiondate dentro e ordinate una pastasciutta al pomodoro b.
vi fiondate dentro e ordinate minestra d'orzo e salsiccia nera c.
chiedete che vi facciano vedere il punto di ritrovamento della mummia
Oetzi d.
vi sedete su una roccia e, lasciando che lo sguardo si perda in
lontananza, vi sentite come Reinhold Messner Durante
le vacanze di Natale siete andati al cinema a vedere: a.
Merry Christmas b.
Tomb raider c.
L'uomo che non c'era d.
avete noleggiato la cassetta di "Pane e tulipani" ·
Se
avete dato una maggioranza di risposte "d", Portopino è la
vostra meta, e lo sapete. ·
Se
avete dato una maggioranza di risposte "c", Portopino è la
vostra meta, anche se ancora non lo sapete: andateci, vi troverete bene ·
Se
avete dato una maggioranza di risposte "a" o "b",
state alla larga da Portopino: starete meglio voi e gli altri... ;-
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