Risalente
al XIV secolo, precisamente al 1328, periodo in
cui l'isola affrontava il primo impatto con l'occupazione Aragonese (1323)
e che proprio in quel momento cominciava a denunciare i sintomi
dell'indebolimento demografico che poco dopo l'avrebbe colpita in pieno,
è un documento di natura fiscale redatto
dall'amministrazione Aragonese su nuove disposizioni di detta
amministrazione, che probabilmente utilizzò, come base di partenza, una
fonte Pisana. In
questo documento appare poco chiaro il caso della villa che risulta
denominata Seherris. Secondo Angela Asole (Le vicende dell'insediamento
umano nella Sardegna Sud-Occidentale, Sulcis, tra medioevo e età moderna)
questa località non poteva essere Sirai, perché viene accostata alle
località in cui si trovavano i villaggi: Palme de Sulcio (Palmas), Giba, Sancte Adis (Santadi), Pisane (Piscinas),
Nucis (Nuxis). Si ritiene più probabile, ma anch'esso non è certo, il
riferimento al vasto tratto di pianura denominato Sarri il quale contiene
nel suo contesto un omonimo nuraghe, probabile sede di un piccolo borgo
medioevale. Non si hanno tracce rilevanti di insediamenti risalenti a quell'epoca,
forse andate distrutte in seguito allo
spopolarsi delle piccole ville a favore dei centri più popolosi e
meglio dotati di servizi. Inoltre, l'arrivo di carestie indebolì
il fisico delle genti e le rese particolarmente esposte al sopraggiungere
delle epidemie, soprattutto di malaria nelle zone circostanti gli stagni.
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